SensUS Touch arriva nella sala parto dell’ospedale di Lecce

SensUS Touch arriva nella sala parto dell’ospedale di Lecce


All’ Ospedale “Vito Fazzi” le Specialist di Amolab hanno utilizzato il dispositivo SensUS Touch per il monitoraggio del travaglio da parto in maniera non invasiva e sicura. L’ostetrica Mina Bonanno: “Il dispositivo è stato in grado di fornire le stesse valutazioni delle ispezioni manuali tradizionali effettuate da noi ostetriche”.

SensUS Touch è stato impiegato nella sala parto dell’U.O di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale “Vito di Fazzi” di Lecce, diretto dal Primario Dott. Antonio Perrone, per il monitoraggio in tempo reale del travaglio di una donna che ha dato alla luce la sua prima figlia. Grazie al dispositivo SensUS Touch donato all’ U.O di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Lecce dall’ Associazione Cuore e Mani Aperte e al training effettuato dalle Application Specialist di Amolab, l’11 maggio è venuta alla luce una bimba di quasi tre chili e mezzo.

Le scansioni ecografiche effettuate ed elaborate automaticamente dal dispositivo SensUS Touch hanno portato alle stesse valutazioni effettuate dalle ostetriche sulla progressione del feto lungo il canale del parto”, dice la Dottoressa Elisa Reho, Application Specialist di Amolab che assieme alla collega ricercatrice del CNR-IFC di Lecce Maria Salbini ha monitorato la fase del travaglio della partoriente nella giornata di ieri.

Le Application specialist Amolab hanno spiegato alla partoriente il funzionamento del dispositivo, sottolineando anche che l’impiego di SensUS Touch per il monitoraggio del travaglio è utile ai fini di attività di ricerca.

I ginecologi e le ostetriche hanno dimostrato interesse nell’utilizzo del dispositivo, poiché non invasivo e assolutamente sicuro per la mamma e per il bambino, ma soprattutto capace di fornire rapidamente parametri importanti per la valutazione dello stato di avanzamento del feto in maniera automatica.” racconta.

Dal punto di vista professionale è stata una bellissima esperienza perché è stata l’occasione per vedere direttamente dal vivo in sala parto i risultati della nostra attività di ricerca”, dice. “Lo è ancor di più per chi segue sin dall’inizio lo sviluppo e la realizzazione di questo progetto”, va avanti. “Dal punto di vista umano, essere lì in un momento così unico nella vita di una donna, è straordinario perché si offre un concreto supporto al personale sanitario al fine di garantire che il parto si svolga in assoluta sicurezza”, conclude.

È stato molto interessante sul piano professionale”, rimarca la Dottoressa Maria Salbini. “Solitamente usiamo il dispositivo su fantocci, sia per le attività di formazione che di aggiornamento del personale medico e ostetrico”, spiega. “Questa volta, invece, abbiamo avuto la possibilità di entrare in sala parto ed è stata ovviamente tutta un’altra cosa; i feedback ottenuti dal personale sono stati molto positivi e questo ci spinge a proseguire ulteriormente nel campo della ricerca per migliorare ancor di più le prestazioni del nostro dispositivo”.

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