Regione Puglia: puntare sui device innovativi per ridurre i tagli cesarei

Regione Puglia: puntare sui device innovativi per ridurre i tagli cesarei

L’assessore alla Sanità pugliese, Rocco Palese: “Siamo ancora lontani dal 15% previsto dall’Oms. Le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale possono dare un importante contributo per aumentare la sicurezza per la donna e per il nascituro”

In Italia, nel 2021, il 31,2% dei parti è avvenuto con taglio cesareo. Al netto delle differenze tra una Regione e l’altra, in via generale resta ancora eccessivo il ricorso al parto non naturale, stando a quanto emerge dal “Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia, a cura dell’Ufficio di Statistica” che illustra le analisi dei dati rilevati dal flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP).  L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) già nel 1985 aveva indicato il 15% come tasso ideale di tagli cesarei per ciascun punto nascita.

La situazione pugliese

La Puglia, stando al dossier, supera la media nazionale e si attesa al 37,5%. Meglio della Campania, dove i parti con taglio cesareo nel 2021 sono stati in media 50,2%. Tutta un’altra storia quella che arriva dalla Toscana, Regione virtuosa, con il 19,1%.

Per ridurre, già dalla fine del 2023, i tagli cesarei, la Regione Puglia ha disposto l’avvio di un monitoraggio dei parti in tutti i punti nascita, stabilendo una verifica con cadenza trimestrale. Stando a quanto deliberato dalla Giunta pugliese, il 6 marzo scorso, su proposta dell’assessore alla Sanità, Rocco Palese, l’indagine si svolgerà attraverso l’uso della classificazione sviluppata da Michael Robson.

Intervista a Rocco Palese

“L’obiettivo prioritario resta la tutela della salute della partoriente e del nascituro, da garantire adottando tutte le condizioni e le misure di sicurezza necessarie, tenuto conto del caso concreto”, dice l’Assessore alla Sanità della Regione Puglia, dott. Rocco Palese.

“Fatta questa premessa, l’obiettivo è tendere alla riduzione dei parti chirurgici e preferire il parto naturale, quando ci siano tutte le condizioni per farlo”, va avanti.

“È vero che i parti cesarei fatti in regola e in sicurezza hanno contribuito alla diminuzione della mortalità e della morbilità, ma bisogna constatare che non siamo ancora in linea con quel parametro”, sottolinea. “La Regione Puglia sotto questo punto di vista è migliorata molto, rispetto al passato. Ora bisogna fare di più”, prosegue Palese.

“Quanto alla diffusione del parto con taglio cesareo, c’è da considerare una componente legata alla cosiddetta medicina difensiva: nel caso in cui il personale medico e ostetrico ha un minimo dubbio, preferisce procedere con il parto programmato, in termini di sicurezza per madre e nascituro, e quindi con il taglio cesareo. In questo modo, si attua anche una sorta di tutela sul piano penale per evitare di incorrere in inchieste giudiziarie e in condanne che spesso sono mediatiche. I medici, quindi, cercano di scegliere la strada più sicura anche dal punto di vista professionale”, spiega.

Il ruolo della IA secondo Palese

“Le nuove tecnologie a intelligenza artificiale sono in grado di dare un contributo importante in questo percorso perché agevolano il personale medico e ostetrico, offrendo un supporto”, sottolinea l’assessore pugliese alla Sanità. “Con l’avvento delle ecografie intraparto come quelle sviluppate dal CNR di Lecce, così come con alcune tecniche genetiche, è possibile prevedere situazioni problematiche, malformazioni e patologie che, infatti, si sono ridotte negli ultimi anni. Più andiamo avanti con la tecnologia, più aumenta il contesto di sicurezza per la donna che partorisce e per il nascituro perché si offre un contributo valido, in quanto oggettivo, al medico, al chirurgo, all’ostetrico. Faccio un esempio: se i parametri sono regolari e non emergono situazioni di criticità, per cui dal punto di vista diagnostico e prognostico è possibile aspettare, si prosegue con il parto naturale”.

L’obiettivo di ridurre i tagli cesarei, quindi, si persegue anche grazie al monitoraggio ecografico del travaglio. Ed è in questa direzione che Amolab continua a lavorare nella ricerca, nella progettazione e nella commercializzazione di ecografi di nuova generazione a supporto della comunità medica internazionale.

(intervista di Stefania De Cristofaro)

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